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In queste settimane stiamo raccogliendo in tutto il territorio lombardo e online le firme a sostegno della petizione ”SOS medici di base”, una mobilitazione per chiedere alla Regione di garantire una sanità territoriale adeguata alle esigenze della popolazione.

In tutta la Lombardia oltre 500mila persone rischiano di rimanere senza Medici di Base e Pediatri di libera scelta, con estremo disagio di tutta la cittadinanza ed in particolare delle fasce più fragili. Basti considerare i numeri per capire: i medici di base in Lombardia sono 5.850, con 1.166 posti vacanti, destinati ad aumentare: dal 2021 gli ambiti carenti sono cresciuti di 200 unità e un quarto dei medici di base in servizio è prossimo alla pensione. Situazione analoga è quella dei pediatri di libera scelta che oggi sono circa 1.200.

 

Tra medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, in quindici anni hanno lasciato in 9.500 e non tutti sono andati in pensione, il 60% ha cambiato lavoro o ruolo. Oggi, nonostante l’aumento del numero di pazienti consentiti per un singolo medico, decine di migliaia di lombardi sono senza un medico di riferimento.

 

Certo le ricadute della pandemia hanno aggravato il quadro ma a pesare sono anche le profonde carenze in relazione all’efficienza organizzativa e alle risorse dedicate nella nostra Regione alla medicina territoriale. 

E la Lega che governa da vent’anni è la principale imputata di questo disagio. Del resto non è una novità: la pandemia ha tragicamente dimostrato che il complesso del sistema sanitario lombardo non ha retto l’onda d’urto proprio per le mancanze della medicina territoriale, smantellata nel corso degli anni dalle scelte sbagliate della Lega e del centrodestra.

 

La Giunta Fontana ha avuto l’occasione di recuperare terreno lo scorso anno quando, alla fine della sperimentazione della legge Maroni del 2015, il Governo ha inviato le prescrizioni e le raccomandazioni necessarie per invertire la rotta. Occasione sprecata perché l’intervento legislativo voluto da Fontana e Moratti si è risolto nel recepimento parziale di alcune indicazioni e nell’adeguamento minimo per poter accedere ai fondi del PNRR. Le case della comunità che Moratti-Fontana stanno pomposamente inaugurando in giro per la Lombardia -per ora solo muri senza il personale e i servizi necessari all’interno- sono e saranno possibili solo grazie ai fondi europei e del governo nazionale.

La regione deve fare di più. Come PD abbiamo presentato un pacchetto di proposte che vogliamo far conoscere ai lombardi. Anche per chiedere loro di aiutarci a cambiare segno alla Regione.

 

Vinicio PeluffoSegretario PD Lombardia
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