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L’importante  raccolta firme in atto SOS MEDICI DI BASE,  è  lo spunto per qualche riflessione nella duplice veste di “politico” ma soprattutto da medico di medicina generale…medico della mutua insomma.

Anzi da “cardine del SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE” come veniamo viscidamente definiti da chi sovente di sanità si interessa poco e pressoché sempre, quando parla ha secondi fini mai favorevoli al ruolo.

Un cardine che, dopo anni di lavorio ai fianchi fatto di devalorizzazione sistematica di compiti e funzioni, scoop calunniosi ben mirati e trasformazione in burocrati nell’accezione più negativa del termine, cardine dicevo che “finalmente” si avvia rapidamente (purtroppo)all’estinzione.

Questo processo  in regione Lombardia trova da decenni terreno molto fertile, stante il ruolo chiave dei medici di famiglia che osano essere spesso difficili da governare nelle decisioni di prescrizione per farmaci e terapie rendendo meno agevole applicare la filosofia del tanto, privato convenzionato e subito , un pensiero che alimenta da anni la visione della sanità come business per privati anima dell’azione del governo regionale.   

Il tutto ha trovato insperato conforto nella missione 6 del PNRR governativo  dove di fatto sembra prevalere, pur usando a profusione la parola comunità (case, ospedali) , la volontà di andare verso l’ignoto rinnegando l’esistente per andare verso qualcosa che non c’è e non si sa da chi verrà concretamente realizzato ma che in Lombardia ha già  previsto spazi importanti per i soliti noti gruppi privati. 

La sbandierata fragilità della sanità territoriale (CHE RICORDO HA “INCREDIBILMENTE” ASSISTITO A CASA IL 98% DEI POSITIVI SARSCOV2) esiste ma resettare tutto per una concezione di tipo “edilizio” della salute (dove è sufficiente inaugurare strutture per risolvere tutto) rappresenta l’antitesi del lavoro, in gran parte misconosciuto, svolto quotidianamente da PERSONE che operano sul territorio fatto di oneri burocratici indispensabili, ma che dovrebbero competere ad uffici e  personale amministrativo preposti, e  di clinica e di rapporti umani e di prevenzione e, lo so bene, di realtà complesse con tante cose che dovrebbero funzionare meglio… il che non può certo accadere stravolgendolo ma cercando le falle del sistema.

L’esistente va potenziato in primis oliando i meccanismi del ricambio e dell’ingresso, ora incredibilmente complicato, dei giovani medici per ovviare alla grave carenza di professionisti e migliorando da subito i sistemi informatici di  connessione e lavoro davvero indecorosi.

Auspico si apra un confronto dentro e fuori al partito che sono onorato di rappresentare perché la difesa della sanità pubblica territoriale è  indispensabile e non rimandabile. I nostri banchetti di raccolta firme saranno una importante occasione di dialogo con i cittadini. 

Fulvio CaselliConsigliere Comunale PD Rho
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